Thriller IL CARTOMANTE fi Irma Cantoni - edizione Libromania, 2019






Il cartomante
Un oscuro delitto, intrighi e segreti inconfessabili nella prima indagine di Vittoria Troisi

È la notte di Ferragosto e sulle colline che circondano Sant’Eufemia, a est di Brescia, sono iniziati i preparativi per la festa della Luna. Sotto gli scoppi dei fuochi che brillano nel cielo, il cartomante Eugenio Bilotti, rimasto solo, si dedica a uno dei suoi rituali di magia nera per conto di un cliente, ma qualcosa va storto.
La mattina seguente, il corpo del famigerato cartomante viene ritrovato senza vita dentro l’abitazione chiusa dall’interno. A dare l’allarme Gemma, la donna che tutti conoscono come sua sorella.
Delle indagini viene incaricata la nuova commissario capo Vittoria Troisi, appena arrivata a Brescia da Roma. Affiancata dal giovane agente del posto Mirko Rota, il commissario inizia a scavare negli aspetti più oscuri della vita di Eugenio Bilotti e nei sordidi segreti dei suoi clienti, finendo per trovarsi faccia a faccia con i fantasmi del proprio passato in un’indagine avvincente che porta i protagonisti a esplorare gli abissi più profondi del male.

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Articolo di Sara Polotti per il Giornale di Brescia, 2019

Quando un libro è bello, è bello. E quando un libro è bello e ha un sequel, la gioia del lettore aumenta. Meglio ancora quando esiste un prequel, o quando i protagonisti divengono parte di una saga. Come quella del commissario Vittoria Troisi, personaggio uscito dalla penna della bresciana Irma Cantoni, conosciuto dal pubblico grazie a «Il Bosco di Mila» e a «I segreti di Palazzo Moresco», che torna ora in un prequel (sarà presentato il 3 luglio in Sala Libretti al GdB in via Solferino in città: per partecipare basta prenotarsi via mail all'indirizzo salalibretti@giornaledibrescia.it o telefonando allo 030.3790212).
«Il cartomante» (acquistabile abbinato al nostro Giornale dal 4 luglio) è il primo capitolo delle avventure bresciane di Vittoria Troisi. Parla dell’assassinio di un burbero sensitivo, ma anche di umanità e di difetti, e a raccontarcelo è la stessa scrittrice.
Irma: questo è il primo romanzo nel quale fece comparsa Vittoria Troisi. Come nacquero libro e personaggio?
Quando lo scrissi vivevo ancora a Roma. I miei amici mi tiravano bonariamente in giro perché ero bresciana, e mi è venuta l’idea di creare un personaggio romano che veniva catapultato a Brescia. Questo il motivo scatenante. Ma è stato anche un gesto d’amore verso Roma, che mi ha accolto benissimo, e verso Brescia. Le mie radici sono qui. Per quanto riguarda Vittoria, è una donna sola, piena di amarezza, che non mi rappresenta. È molto determinata, è una dea di ghiaccio vendicatrice. Ho voluto raffigurarla non propriamente bella, ma emana un fascino oscuro, inquietante. I lettori mi chiedono sempre: sei tu? Ma no, non sono per niente io. Qui sta anche la difficoltà della scrittura.
In effetti i personaggi non risparmiano oscurità e difetti. È difficile scavare nel buio degli esseri umani?
Questo è il mistero della scrittura! Non so come dare una risposta. Né da lettrice né da scrittrice. Non so da dove nascono i personaggi. Una persona vive la sua vita, le sue relazioni, corpo a corpo, intravede persone, e poi tutto viene messo insieme e scaturiscono questi personaggi. Penso che sia un processo di vita: osservi, ascolti, capti, e come riunisci il tutto avviene questo. A volte faccio sogni incredibili, a volte rimangono sensazioni, e anche da questo scaturiscono personaggi e situazioni.
Si dice peraltro che gli scrittori debbano scrivere di ciò che conoscono. C’è qualche riferimento alla sua vita?
Nessuno. Credo tuttavia che le emozioni perturbatrici facciano parte di ognuno. Sono universali. Per capirci: anche se non sono avida posso riconoscere l’avidità del cartomante o la determinazione di Vittoria o l’irrequietezza dei ragazzini, anche se non ho avuto le stesse esperienze di vita. Scrivere è un riconoscimento delle emozioni. Io nella mia vita ho vissuto cose completamente diverse.
Quanto contano i luoghi ne «Il Cartomante»? Sono in qualche modo riflesso dei personaggi che li abitano?
Se per i personaggi si tratta di riconoscere emozioni universali, per i luoghi personalmente scrivo solo di posti che conosco. Brescia è nel mio vissuto, ne capto gli umori, così come Roma, so com’è la città e come sono i romani. In altri libri parlo di altri luoghi, e in tutti ci ho vissuto o viaggiato. So che c’è chi scrive di luoghi sconosciuti, io non riesco. Qui Brescia è protagonista. Ci sono tratti alla Caravaggio su Roma, ma Brescia è centrale, con le vie, le piazze, le statue... Tra il Nord e Roma (che non è il Sud) c’è molta differenze di energie.
Posso chiederle quali sono i suoi riferimenti letterari crime?
Non sono moltissime le donne italiane che hanno conosciuto il successo in questo genere... In effetti di italiane ce ne sono poche, se non nessuna. Io adoro Antonio Manzini, Andrea Vitali, Giorgio Scebarnenco, Alicia Giménez Bartlett... Ma leggo di tutto, non solo gialli. Una settimana fa in Salento mi sono ritrovata tra le mani un libro stranissimo del ’74, «Dottor Frigo», su un colpo di Stato a Guadalupe. Mi ha ammaliato. Il thriller negli anni Cinquanta era il «giallo». Poi, poco alla volta, in Italia e nel Nord Europa è diventato romanzo sociale, nel quale non c’è solo l’indagine, ma un affresco sociale, un racconto iper-realistico nel quale i colpevoli non sempre finiscono in carcere. Pensiamo a «L’addio» di Antonio Moresco: arriva alla visionarietà. Ecco l’apice.
Ora siamo a quota tre capitoli sulle vicende bresciane del commissario Troisi. Ha in serbo altri romanzi su di lei o sta lavorando a qualcosa di nuovo?
Sto lavorando a un ulteriore libro sempre con Vittoria Troisi. Ci sarà la Valle Camonica. «Il cartomante» è un prequel: in questo libro per la prima volta si scopre, nelle ultime pagine, una connessione tra Vittoria Troisi e Victor, che è entità ultraterrena. Questo aspetto, già molto presente in questo libro, si svilupperà sempre di più. Anche perché oltre a Roma e Brescia protagonista è la morte, ed è evidente già da questo prequel.



Vittoria Troisi: complessa e stratificata, tormentata, ex alcolista, forte per necessità di sopravvivenza e spirituale con naturalezza. Vittoria Troisi: commissario capo della Questura di Brescia catapultata da Roma nella nostra «piccola e grande» città, a lei sconosciuta, a noi così cara. Vittoria Troisi nasce dalla penna di Irma Cantoni e fa la sua comparsa per la prima volta proprio ne «Il Cartomante»: il pubblico bresciano conosce Cantoni per «Il bosco di Mila»vincitore nel 2017 del premio «Fai viaggiare la tua storia» promosso da Libromania e Autogrill, e «I segreti di Palazzo Moresco», ma è con questo romanzo che la scrittrice dipinse per la prima volta i tratti del commissario Troisi.
Personaggio stratificato, non semplice, umano, femminile e maschile al contempo, Vittoria Troisi di Irma Cantoni è un bell’esempio di una letteratura noir in rosa che in Italia stenta ad avere successo, al contrario della schiera di gialliste nordiche e americane che hanno regalato ai lettori protagoniste indelebili. E come nel «Cartomante» si accenna alle difficoltà della «polizia femminile» e delle sue rivendicazioni dagli anni Settanta ad oggi, così questo libro diviene pietra miliare per una nuova affermazione letteraria. La storia.
La trama de «Il cartomante» si dipana veloce e fresca, in un intreccio continuo che contribuisce a non staccarsi dalle pagine: ragazzini annoiati che cercano nella droga un mondo diverso, genitori alle prese con un’adolescenza indomabile, donne di mezza età distanti tra loro per estrazione sociale e per aspirazioni, giovani ricchi fraudolenti e meschini, scambi ludici di identità che sfuggono di mano… Tanti personaggi, tante storie, con le micro trame che ruotano attorno alla macro storia, quella dello scontroso e avido cartomante del titolo, Eugenio Bilotti, personaggio in bilico tra la cattiveria e la compassione, il cui delitto diviene punto di partenza tanto delle indagini di Vittoria Troisi quanto dell’indagine più profonda e psicologica di Irma Cantoni nel cuore e nella vita della sua miriade di protagonisti.
Tutti sono sospettati, tutti avrebbero un motivo. La suspense cresce a puntino, in un sopraffino gioco di ricami di penna in cui la scrittrice si destreggia benissimo. Parole in dialetto. Qua e là Irma Cantoni sparpaglia detti in dialetto, parole colloquiali che un bresciano riconoscerà come familiari, confortevoli. Sant’Eufemia e San Polo, il Castello e piazzale Arnaldo (fino ad arrivare a Desenzano e ai Campiani) divengono, nelle parole e nei luoghi descritti dettagliatamente, protagonisti tanto quanto gli esseri umani così ben tratteggiati nel romanzo.
Ed è bellissimo leggere le strade, scorrere le descrizioni dei bar e dei vicoli e immaginarseli perfettamente, con la facilità con cui si visualizzano luoghi quotidiani, con la piacevolezza di una strana sensazione data proprio dall’inchiostro su carta che li immobilizza, li cristallizza, li nobilita e li proietta in una dimensione immaginaria. Ad emergere, alla fine, sono le debolezze, le profondità e le oscurità umane, condite dal classico piacere della lettura di una buona e intrigante indagine. Finalmente al femminile.
«Il cartomante» sarà in vendita con il GdB nelle edicole dal 4 luglio. Il 3 luglio alle 18.30 il thriller verrà presentato in Sala Libretti del GdB inv ia Solferino 22. dall’autrice, insieme al vicedirettore del Giornale di Brescia, Gabriele Colleoni, e Antonio La Gala, Web & Digital Manager di DeA Planeta Libri, che pubblica il volume . Al termine l'autrice autograferà le copie del volume disponibile in anteprima. Per partecipare all'incontro è richiesta la prenotazione al numero 030.3790212 o per e-mail: salalibretti@giornaledibrescia.it. Il convegno potrà essere seguito anche in streaming qui sul nostro sito.